Crutzen partecipava al dibattito con l'autorevolezza che proveniva dal Nobel e dai risultati di ricerche (...) Nel mezzo della discussione, annoiato dalla ripetitività delle argomentazioni e indispettito dalla direzione conciliante che prendevano, lo scienziato balzò in piedi e sbottò: «No! Non siamo più nell'Olocene, siamo nell'Antropocene!». Ufficializzava così, con il suo prestigio, un'«età dell'uomo» che espressamente indicava il predominio di una specie, la rottura dell'equilibrio con le altre che componevano la vita, mentre, alla fredda fantasia dei precedenti scienziati era, fino ad allora, bastato il ricordo a neutrali etimi greci: «molto nuovo» (pleistos kainós) per il Pleistocene, «del tutto nuovo» (ólo kainós) per l'Olocene.