il giro di boa
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“Mi permetti di stendermi sul tuo letto?” murmuriò a un tratto…
“Non voglio tornare a casa. Ma se proprio non vuoi che resti qui, mi stendo solo pochi minuti. Poi me ne vado. D’accordo?”
“D’accordo.”
Ingrid si susì, lo vasò sulla fronte, niscì dalla verandina. Non voglio tornare a casa – aveva detto. Che cosa rappresentava per Ingrid la casa sua e di suo marito? Forse un letto ancora più estraneo di quello dove in quel momento si era corcata? E se avesse avuto un figlio, la sua casa non gli sarebbe parsa diversa, più cavuda, più accogliente? Povera fìmmina! Quanta malinconia, quanta solitudine era capace d’ammucciare darrè la sua apparente superficiale gioia di vivere? Sentì dintra di sé montare una sensazione nuova verso Ingrid, un senso di struggente tenerezza. Vippi ancora qualche sorso di wisky e doppo, siccome cominciava a frisculiare, sinni trasì dintra con la buttiglia. Dette un’occhiata alla càmmara di letto. Ingrid dormiva vistuta, si era solo levato le scarpe.