Quel che c'è di irresistibile nel fare arte - nel fare qualsiasi cosa, immagino - è il momento in cui l'idea vaporosa e senza sostanza si concretizza in qualcosa di solido, materia nel mondo della materia. Circe Viviana, Artemide, Atena, tutte le maglie del passato devono aver conosciuto questa sensazione, mentre trasformavano semplici uomini in creature favolose, rubavano i segreti dei maghi, e piegavano gli eserciti: ah, guarda, ecco lì la cosa nuova. Chiamala corpo, guerra, alloro. Chiamala arte. La magia che riesco a creare adesso è piccola, una magia differita. Lavoro tutti i giorni, ma non si materializza niente. Mi sento come Penelope che tesse e disfa la sua tela. Ed Henry, il mio Ulisse? Henry è un artista d'altro genere, un artista della sparizione.