Le valigie di Auschwitz
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Quando sei davanti a quel vetro di Auschwitz a guardare le valigie abbandonate, leggi i nomi scritti sopra e aspetti....forse di sentire le voci, le risate, di vedere i visi dei bambini. Certe volte non serve conoscere le persone per sentirne la mancanza, basta un nome scritto sopra la valigia di un estraneo, partito su un treno per essere cancellato.
Dietro quel vetro, a qualcuno è successo di sentire le voci di Carlo, Hannah, Jacob, Dawid, Emeline....all'inizio sono voci sconosciute, e sembrano tutte uguali. Ma se ascolti bene, impari a distinguerle e non sono più estranee.
Mi piacerebbe scavalcare il vetro, aprire le valigie con i nomi e cercare la speranza che è rimasta dentro. Mi piacerebbe liberarla, sono sicura che tornerebbe a casa.
Io ho letto il libro che ha vinto il premio (meritato secondo me) letterario Il Battello a Vapore, leggendolo ho sentito anch'io una infinita tristezza. Una tristezza profonda visto che sono racconti legati a vicende vissute da bambini.
Io, dietro quel vetro, ci sono stato. Non ho sentito voci, ma un pugno allo stomaco e una tristezza (unita a rabbia) infinita, sì ...
un libro che fa star male...