Tempesta di ghiaccio
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Quanto ai dettagli, non riusciva a ricordare granché della serata, a parte una stanza fumosa e buia, il tepore del tweed, le intemperanze del batterista, il ritmo sostenuto di un nuovo legame. “Dovresti leggere...” era stata la prima cosa che Elena gli aveva detto. [...] Lo aveva detto sorridendo, civettando, col tono con cui altre avrebbero detto ammiccando: “Bella cravatta.” Lui l’aveva odiata per questo; e aveva odiato il fatto di essere impreparato sul nome di quell’autore. Se Elena fosse stata un maschio, Hood le avrebbe sputato in faccia il whisky che stava trangugiando. Invece s’era buttato nella conversazione, con la tipica prolissità dell’ubriaco. Aveva ricominciato a parlare di quel ponte ferroviario. Con lei si era sentito subito a disagio, sin dall’inizio.
Ciao Giulio sei finalista settimanale del mese di luglio.
Interessante.