I vecchi e i giovani
 

I vecchi e i giovani

Autore: 

Luigi Pirandello

Editore: 

Biblioteca economica Newton

Anno: 

1999

Numero Pagina: 

197

- Ma chi è costui? - domandò col solito piglio feroce Mattia Gangi.
- Chi rappresenta? Come vive? Che fa? Da qual chiavica è scappato fuori? Lindo, attillato, con quell’aria di principe regnante…
Il canonico Agrò scosse leggermente la testa con un sogghignetto su le labbra, poi disse:
- Aquiloni, cari amici, aquiloni! Lui, il Veronica e quanti altri mai! Aquiloni… Li vedete in alto, ai sette cieli, rimanete a bocca aperta a mirarli; e chi sa intanto qual è la mano che dà loro il filo! Può esser quella di qualche mala femmina; o il filo può venire dalla Questura, o da qualche bisca notturna… Nessuno può saperlo! L’aquilone intanto è là, piglia il vento, lo segue e par che lo domini. Di tratto in tratto, uno svarione, una vertigine, l’accenno d’un crollo a capofitto. Ma la mano ignota, sotto, subito lo rialza con lievi scossettine sapienti o con larghe stratte energiche e lo rimette a vento e torna a dar filo e filo e filo. Gli aquiloni, cari miei… Quanti ce n’è! E hanno tutti la coda, et in cauda venenum...