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Il segno del bambino dimenticato

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Senza Méline non avrei mai saputo che cosa signifi ca amare. Mi prese in braccio quando avevo due giorni e non mi abbandonò più fi nché non ebbi compiuto nove anni. Allora morì e mi lasciò con un cuore troppo delicato in un mondo che non conoscevo.
Invece sarebbe stato meglio se non mi avesse amato. Sarebbe stato meglio se non mi avesse abbracciato dicendomi che voleva più bene a me che ai suoi fratelli naturali. E che non mi avrebbe abbandonato, mai e poi mai. Avrebbe dovuto dirmi la verità, ma non lo fece. Mi lasciò credere che tutto fosse buono e bello e che le persone come sua madre fossero rare. Avrebbe dovuto dirmi la verità, se non altro per corazzarmi contro tutto ciò che mi aspettava. Soprattutto per questo motivo.
Ho ricevuto colpi che mi hanno fatto sanguinare il cuore e, a poco a poco, si è formata una crosta. I calci e le botte che ho preso hanno chiuso sempre di più la porta della mia anima. Però, senza farsi notare, il ricordo di Méline vi ha infi lato un piede, lasciando sempre aperto una fessura attraverso cui s’intrufolava dentro il gelo tagliente o l’aria speziata di una giornata estiva. Per questo, di volta in volta, l’ho maledetta e adorata. [...] prime 33 pagine del libro

ISBN 978-88-6256-475-5

Primi capitoli del libro di: 

Kathleen Vereecken, Il segno del bambino dimenticato, traduzione di Stefano Beretta, Salani Editore, 2011