Augusto. Il braccio violento della storia
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Aveva già un suo piano,
apparentemente folle, persino disonorevole: incontrare
con falsa devozione Cicerone, l’ispiratore della congiura che aveva ucciso suo padre. Sarebbe stato questo il
primo passo della marcia verso il potere: non un tradimento – diceva con indulgenza verso se stesso –, ma un momentaneo espediente tattico. Nulla e nessuno, poi,
l’avrebbero fermato. A parte Agrippa, egli non aveva e
soprattutto non voleva altri amici, e tantomeno consiglieri, solo strumenti della propria fredda ira e rovente
ambizione: essere non tanto il primo dei Quiriti, ma il
salvatore di Roma, dell’Italia, e il pacificatore dell’Impero. E se per ottenere ciò fosse stato necessario uccidere centinaia di avversari, di qualsiasi partito fossero, li
avrebbe uccisi senza pietà per nessuno.
Luca Canali Roma, 3 settembre 1925.