Le Faville del Maglio
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7 ottobre 1898 (Roma)
Mi sovviene d'un malinconico mio verso giovenile: l'autunno è veramente una primavera dissepolta. Ma, come tutti i morti dissotterrati, spande le più pericolose infwzioni coi tossici della putredine. L'anima non fu mai più fumida in me. Ho veduto una nuvola bassa su l'aventino lacerarsi contro le ruine dei palazzi imperiali. Che strana sera! Affannata dallo sforzo del temporale, tutta ancor bagnata dagli scrosci ma caldiccia come se ancòra tra le commessure del lastrico luccicanti ribollisse la feccia dell'estate. I corpi lenti delle nuvole erano maculati di solfo come la pelle delle salamandre piovane. Qualcosa di simile a un ribrezzo animale pareva spargersi per l'ombra là dove la luce si ritraeva come la marea su le spiagge oceaniche quando la sabbia palpita oscuramente della vita marina rimàstavi presa tra i rottami e il tritume e le lunghe erbe senza radici e i riflessi delle prime stelle.
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Gabriele d'Annunzio nacque a Pescara nel 1863.
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