Non dico addio
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Dopo aver spento la luce e chiuso la porta del laboratorio, mi lascio alle spalle la catasta di tronchi, le cui estremità rozzamente tagliate fanno capolino da sotto il telone ogni volta che schiocca nel vento. Con la pala sottobraccio, ritorno verso la casa. Entro, pesto i piedi a terra per scrollare la neve e chiudo a chiave la porta d'ingresso. Come se stanotte qualcuno potesse affrontare questa tempesta per venire fino a qui. Mi siedo sul gradino all'interno per sfilarmi le scarpe. Colta dalle vertigini, mi stendo all'indietro, appoggio i piedi nudi sulle scarpe bagnate e chiudo gli occhi. Dietro le palpebre, ricompaiono come in un'allucinazione le linee bianche dei fiocchi di neve che ho visto volteggiare e cadere tutto il giorno da infinite angolazioni.
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Ciao Alessandra sei nella classifica di dicembre, 10righe scelte da Voi utenti.