Il teatro dei delitti
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"Non le leggerete!", sbottò all'istante il direttore.
"Dovete giurarmelo".
"Ma...", fece per replicare Federici.
"Se mai vi riuscisse di entrare in possesso", spcificò Cecchi, "vi prego di distruggerle".
Vitale rimase un attimo in silenzio, a osservarlo con attenzione. L'uomo al suo cospetto pareva ormai ridotto ai minimi termini. Ogni traccia di orgoglio e di aristocratico contegno si era sciolta come neve al sole, lasciando un bozzolo di paura e di risentimento. "Mi state chiedendo una cosa impossiblie", dichiarò. "Se il mio sguardo dovesse cadere su quelle lettere per un istante, anche non volutamente, potrebbe cogliere qualche contenuto del testo o addirittura il nome del loro autore. E di ciò non potreste imputarmi alcuna colpa".
Marcello Simoni (Comacchio, 27 giugno 1975)