Dispvtationvm adversvs gentes – Libri VII (10righe tradotte da Riccardo Di Lorenzo)
 

Dispvtationvm adversvs gentes – Libri VII (10righe tradotte da Riccardo Di Lorenzo)

Autore: 

Arnobio o Arnobio di Sicca o Arnobio il Vecchio o Arnobio Afro

Editore: 

Hambvrgi 1610

Numero Pagina: 

128

Se un bue o un altro qualunque degli animali, che viene sacrificato per placare la collera degli dei, assumesse voce umana, direbbe queste parole: «Dunque, o Giove, o qualsiasi altro dio tu sia, ti sembra ammissibile, retto o che si possa ritenere in qualche modo giusto che, dopo che un altro ha commesso un delitto, debba essere ammazzato io, e che tu accetti di essere soddisfatto del mio sangue, mentre io non ti ho mai fatto alcun torto, non ho mai offeso la tua divina maestà, né consapevolmente, né inconsapevolmente, essendo io un animale muto, che agisco secondo la semplicità dei miei istinti, come tu già sai? ... Ho mai giurato il falso in tuo nome? Ho mai rubato con sacrilego furto i tesori nei tuoi templi? Ho mai profanato i luoghi sacri? Allora per quale motivo i misfatti altrui devono essere lavati col mio sangue e per un’infamia, a cui sono estraneo, deve essere coinvolta la mia vita innocente? Forse perché sono un animale vile, senza ragione, senza intelligenza, né sentimento, come dicono costoro, che si chiamano uomini, ma in quanto a ferocia superano tutte le belve...»