La fabbrica delle prostitute
Dal lavoro forzato alla prostituzione
Schiavitù e tratta degli esseri umani1 sono concetti che, solitamente, associamo a epoche tanto buie quanto remote della storia dell’umanità. Piaghe che sembravano essere state debellate grazie all’impegno della comunità internazionale, la quale fin dai primi anni dell’Ottocento ha messo in atto tutta una serie di misure per combattere questa barbarie. Tanto che valori quali la libertà e l’uguaglianza, su cui si fonda la società moderna, sono oggi riconosciuti universalmente: non c’è Paese al mondo in cui schiavitù e tratta degli esseri umani siano sopravvissuti come istituti giuridici. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, in particolare, sancisce i princìpi fondamentali per il rispetto e la tutela della dignità della persona, che dovrebbero riguardare tutti indistintamente. Ma, nella realtà, le cose stanno diversamente. Per milioni di uomini e donne tali princìpi sono rimasti sulla carta. Libertà e uguaglianza, per molti, sono delle chimere. La parola schiavitù, infatti, non è scomparsa dal nostro vocabolario; sempre più spesso essa accompagna le cronache, la vita di tutti i giorni, camuffata dietrotermini apparentemente rassicuranti come globalizzazione, politiche di accoglienza degli extracomunitari, integrazione, flussi migratori, mercato libero del lavoro, trend economico, sviluppo differenziato e tanti altri ancora [...] prime 26 pagine del libro
ISBN: 978-88-541-2706-7
Primi capitoli del libro di:
Giuseppe Carrisi, La fabbrica delle prostitute, Newton Compton Editori, 7 aprile 2011
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