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La dispersione scolastica in Sardegna

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La dispersione scolastica può essere definita come “insieme di fattori che modificano il regolare svolgimento del percorso scolastico di uno studente” (Giosi 2011). Essa rappresenta un fenomeno complesso, dove “precipita” una molteplice eterogeneità di aspetti che non sono banalmente riconducibili al semplice abbandono degli studi, bensì un insieme di cause: l’irregolarità nelle frequenze, i ritardi, la non ammissione all’anno successivo, le ripetenze e le interruzioni. Se si guarda ai numeri ed esclusivamente al fenomeno dell’abbandono, è possibile registrare come, in Italia, la situazione sia assolutamente tragica. Si tratta di una vera e propria emorragia tra i banchi delle scuole del nostro paese, che prosegue – purtroppo – silenziosa, poco (e male) osservata. Negli ultimi 15 anni quasi 3 milioni di ragazzi italiani iscritti alle scuole superiori statali non hanno completato il corso di studi; si tratta del 31,9 per cento dei circa 9 milioni di studenti che hanno iniziato in questi tre lustri le superiori nella scuola statale. Il fenomeno è però decisamente differenziato dal punto di vista territoriale: si passa da regioni più virtuose come l’Umbria e il Veneto, a regioni come la Sardegna, Campania, Sicilia e Puglia, dove il dato si attesta su cifre drammatiche. Le cose variano poi di provincia in provincia, come se ogni regione avesse la sua sacca di dispersione scolastica. Leggi le prime 19 pagine pdf del libro

Primi capitoli del libro di: 

Marco Zurru, La dispersione scolastica in Sardegna, Cuec editrice, marzo 2018.