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La figlia della libertà

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Alcamo, Sicilia
«Bottana.»
Rosetta Tricarico continuò a camminare per i vicoli polverosi di Alcamo senza voltarsi, a testa alta.
«Bottana svergognata» disse un’altra vecchia, vestita di nero da capo a piedi, con il viso incartapecorito dal sole feroce della Sicilia. Rosetta tirò dritta, nel suo svolazzante abito rosso papa- vero, camminando a piedi nudi.
Un gruppo di uomini, seduti intorno a un tavolino sotto la tettoia di canne all’esterno dell’osteria, con le coppole calate sulla fronte, le camicie bianche sporche del grasso della pelle sui colletti, gilet neri dalle tasche consunte e le barbe ispide, la guardarono come una preda. Uno sputò per terra uno scaracchio scuro e vischioso di tabacco. «Unne corri?» disse l’oste, asciugandosi le mani sul grembiule.
Gli uomini ridacchiarono. Rosetta li superò.
«Mi dissero che stanotte i lupi scesero dalle montagne»
fece uno, sorseggiando un bicchierino di passito.
Di nuovo gli uomini risero.
«Per fortuna al gregge mio non fecero niente» continuò l’uomo.
«Quelli sono lupi che cercano le bottane, mica i bravi cristiani» disse l’oste e tutti assentirono. Link per leggere le prime 36 pagine del libro pdf

Primi capitoli del libro di: 

Luca Di Fulvio, La figlia della libertà, Rizzoli, 9 aprile 2019