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La seconda crocifissione di Cristo

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L’Agà di Likovrissi sta seduto al suo balcone, sovrastante la piazza del paese, fuma nel lungo bocchino e beve acquavite.
Cade una pioggerella tepida, silenziosa, e sui suoi grossi baffi ritorti, tinti di fresco di nero, stanno sospese e luccicano alcune
gocce: l’Agà riscaldato dall’acquavite le lecca per rinfrescarsi. Alla sua destra, in piedi, c’è il suo staffiere, un gigantesco e burbero uomo d’Anatolia, strabico e torvo, con la sua tromba. A sinistra sta seduto alla turca, su un cuscino di velluto, un bel  turchetto paffutello, che gli accende di tanto in tanto il bocchino e gli riempie ininterrottamente di acquavite la tazza.
L’Agà socchiude gli occhi sonnolenti e gioisce del mondo. «Tutto è stato ben fatto da Dio», pensa. «Questo mondo è indovinato
bene, non manca nulla. Se hai fame, c’è pane e carne in pentola e pilaf* con cannella. Se hai sete, c’è l’acqua dell’immortalità,
l’acquavite. Se hai voglia di dormire, Dio ha fatto il sonno. Se sei in collera, c’è la frusta e il didietro del suddito. Se sei colto dalla tristezza, Dio ha fatto gli stornelli. E se vuoi dimenticaregli affanni e i dolori del mondo, c’è Ghiussufaki». [...] prime 28 pagine del libro

ISBN 9788876155680

Primi capitoli del libro di: 

Nikos Kazantzakis, La seconda crocifissione di Cristo, traduzione dal greco moderno di Mario Vitti, Castelvecchi editore, 20 luglio 2011

Ritratto di Elena Antonini

Un regalo meraviglioso, uno dei miei primi libri vinti. Smile