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Una moglie a Gerusalemme

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I membri della famiglia Ha-Levi, fondata nel 1780 da Israel Ha-Levi, il più raffinato tra gli studenti di Ba’al Shem Tov, condussero
vite incredibilmente lussuose e opulente, in palazzi chassidici simili a quelli di una vera famiglia reale. Fino a quel momento, un tale benessere era stato considerato scandaloso, al pari dell’apostasia. Gli ebrei desiderosi di crescere spiritualmente ritenevano che per raggiungere questo fine fosse necessario mortificare la propria carne negandole ogni bisogno. Pensavano che tanto maggiori fossero state le torture inflitte al corpo, tanto più l’anima si sarebbe elevata.
Così, dormivano su tavolacci duri, riposando la testa su pietre. Si mettevano sassi nelle scarpe, si rotolavano nudi nella neve e facevano bagni rituali nell’acqua gelida. Per alcuni anche questo era troppo poco e si immergevano in laghi ghiacciati. Altri digiunavano l’intera settimana e mangiavano solo il giorno dello Shabbat. Il corpo era solo la modesta dimora carnale dell’anima e non bisognava darle alcuna tregua. [...] prime 38 pagine del libro

ISBN 978-88-541-2382-3

Titolo originale: Jephte’s Daughter

trama libro (Cristina Fanni - Blog libri D. M.)
 

Primi capitoli del libro di: 

Naomi Ragen, Una moglie a Gerusalemme, traduzione dall’inglese di Silvia Pederzolli, Newton Compton, 10 febbraio  2011